Diario del capitano (data stellare 0310EdR)

Il balzo nel tunnel non fu come me l'ero immaginato, un passaggio istantaneo. 
Dentro il tunnel non si percepisce nulla di concreto ma sembra come stare in sogno, come entrare nel buio assoluto ed essere contemporaneamente in ogni luogo dell'universo che si riesca a immaginare. Tutto il passato e il futuro erano mescolati in un solo istante e vidi lei, i momenti felici. Poi in un istante vidi i rettiliani nascosti in caverne su un pianeta roccioso di Alfa ed un pianeta blu che stava in un sistema solare vicino, era la Terra.
Il tunnel terminò e davanti a noi si vedevano due bellissime stelle vicine, eravamo usciti nel sistema binario di Alfa Centauri.
Il capitano armeggiava con tutti gli apparati e mi chiamò alla sala comando. 
“Consigliere venga, mi deve dire dove dirigere la nave, usi le sue doti di intuito e mi dica cosa percepisce”
Improvvisamente ebbi paura, una paura soffocante, vidi enormi navi ed esseri poco amichevoli dall'aspetto simile a lucertole. 
“Capitano, questo posto ci è ostile, non so spiegare cosa percepisco ma di certo non è un benvenuto, dobbiamo andarcene da qui.”
“Consigliere, non abbiamo viaggiato anni luce per scappare, mi dica piuttosto se ha percepito un pianeta”
“Si, c'è un pianeta roccioso su Proxima, ma la vita si svolge nel sottosuolo perché la superficie è irradiata da raggi gamma. Però ho percepito un pianeta di una bellezza straordinaria in un sistema solare qui vicino, ma non so indicarlo.”
Il capitano teneva molto alla mia opinione, perché possedevo un potere intuitivo al di sopra della media e solitamente non sbagliavo, anche se un margine di incertezza c'era sempre. Così comandò al navigatore di cercare quel pianeta di cui gli avevo parlato, ma la ricerca fu interrotta da un allarme di prossimità. Era una grande nave, minacciosa e ben armata, che era spuntata dalla curvatura. Pochi secondi dopo una decina di esseri rettiliani si materializzò nella cabina di comando. Tra gli esseri c'era lei, Soraya. Fu li che la conobbi per la prima volta.
Il capitano fu colpito con un raggio e si accasciò a terra. Io guardai la rettiliana negli occhi come per chiedere “Perché?”
Lei fermò i suoi simili con un gesto e ricambiando lo sguardo se ne andò via come era venuta assieme agli altri. 
La nave aliena ci sparò addosso un raggio verde che ci tolse l'energia e ci scaraventò come un sasso nello spazio profondo. 

Commenti

Post più popolari