Diario del capitano (data stellare 017EdR)
Quando fummo davanti alla nave, con le nostre tute scintillanti e il casco in mano, il popolo di Aldebarn si riunì davanti a noi per salutarci.
Lei si staccò dagli altri e camminando sull'acqua si avviò verso le piattaforme che ospitavano le navi tra cui la nostra. Prese a danzare sull'acqua come solo lei sapeva fare, ed io le corsi incontro per abbracciarla.
“Non te ne andare o portami con te, dimenticherai il mio nome nel viaggio, so che lo farai.”
“Perché dici questo? Mi stai spezzando il cuore Stella!”
“Perché ci sono 65 anni luce da attraversare e noi non siamo nati esploratori, anche se la confederazione ha creato quei tunnel, nessuno li ha mai attraversati ed è tornato indietro e se torni tra mille anni, di me non avrai più ricordo e io sarò già cenere che vaga nell'universo.”
Io mi voltai verso le navi per non mostrarle le lacrime che a stento trattenevo, ma poi mi voltai di scatto verso di lei e l'abbracciai.
“No, anche se passassero un milione di anni non dimenticherò, e anche se dovessi abitare in pianeti ostili o in dimensioni pesanti e diverse, come potrei dimenticare te? Ti ho promesso di tornare, ma se così non sarà, ti prometto che nessun'altra amerò.”
“Questo non lo devi dire, non te lo permetto, ovunque tu sarai e qualsiasi situazione vivrai, dovrai ricercare la stessa felicità che abbiamo vissuto noi qui, con o senza di me sii felice. Promettimelo, promettimelo ti prego!”
Il suo cuore straziato mi stava dando l'addio come si fa a chi si ama con tutta l'anima, ed io mentii per rincuorarla almeno un poco.
“Te lo prometto” tenendo le dita incrociate. Non era un capriccio il mio, ma sapevo che condividevamo un amore più grande, un amore al livello di anima e le nostre anime si erano scelte per l'eternità.
Il capitano mi chiamò, dovevo andare. “Consigliere, venga è ora di salpare.”
Mi dopo averla stretta a me l'ultima volta mi avviai verso la Valentine, e non mi girai per non vedere le sue lacrime scendere, se l'avessi fatto in quel momento probabilmente sarei restato.
Lei si staccò dagli altri e camminando sull'acqua si avviò verso le piattaforme che ospitavano le navi tra cui la nostra. Prese a danzare sull'acqua come solo lei sapeva fare, ed io le corsi incontro per abbracciarla.
“Non te ne andare o portami con te, dimenticherai il mio nome nel viaggio, so che lo farai.”
“Perché dici questo? Mi stai spezzando il cuore Stella!”
“Perché ci sono 65 anni luce da attraversare e noi non siamo nati esploratori, anche se la confederazione ha creato quei tunnel, nessuno li ha mai attraversati ed è tornato indietro e se torni tra mille anni, di me non avrai più ricordo e io sarò già cenere che vaga nell'universo.”
Io mi voltai verso le navi per non mostrarle le lacrime che a stento trattenevo, ma poi mi voltai di scatto verso di lei e l'abbracciai.
“No, anche se passassero un milione di anni non dimenticherò, e anche se dovessi abitare in pianeti ostili o in dimensioni pesanti e diverse, come potrei dimenticare te? Ti ho promesso di tornare, ma se così non sarà, ti prometto che nessun'altra amerò.”
“Questo non lo devi dire, non te lo permetto, ovunque tu sarai e qualsiasi situazione vivrai, dovrai ricercare la stessa felicità che abbiamo vissuto noi qui, con o senza di me sii felice. Promettimelo, promettimelo ti prego!”
Il suo cuore straziato mi stava dando l'addio come si fa a chi si ama con tutta l'anima, ed io mentii per rincuorarla almeno un poco.
“Te lo prometto” tenendo le dita incrociate. Non era un capriccio il mio, ma sapevo che condividevamo un amore più grande, un amore al livello di anima e le nostre anime si erano scelte per l'eternità.
Il capitano mi chiamò, dovevo andare. “Consigliere, venga è ora di salpare.”
Mi dopo averla stretta a me l'ultima volta mi avviai verso la Valentine, e non mi girai per non vedere le sue lacrime scendere, se l'avessi fatto in quel momento probabilmente sarei restato.
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