Diario del capitano, data di Aldebaran 45012018forever- Casa (Surrogati)



Meraviglie si vedevano dal lunotto della nave mano a mano che ci avvicinavamo a Canta Canta. Un pianeta completamente ricoperto di strutture che superavano la stratosfera. Torri, montagne russe che circondavano il pianeta, una ruota panoramica piena di luci sfavillanti, enorme, era grande quasi quanto il pianeta. E pensare che sulla Terra mi sembrava già grande quella di Mirabilandia.
Io mi ero lavato, rasato e cambiato con degli abiti che mi aveva stampato Mari con la stampante 3D della nave. In quella navetta c'erano veramente tutti i confort.
“Mari, mi puoi spiegare come fai ad essere qui?”
“Vedi Golan, io non sono qui realmente, sono sulla Terra con un tuta interattiva e tu sei sul sistema di Aldebaran con il mio surrogato, che altri non è che un avatar robot molto avanzato.”
“Ma com'è possibile questo? Ci dividono tanti anni luce e qualsiasi segnale radio impiegherebbe una vita a venire dalla Terra”
“Non lo so come funziona, ma sono stata scelta grazie alla mia passione per Second Life, mi hanno contattato dei signori di una ditta e mi hanno spiegato che si tratta di una tecnologia quantica non terrestre. Mi hanno fatto firmare mille carte sulla segretezza e io alla sera mi collego col mio surrogato per vivere una vita fantastica che sulla Terra non ho.”
Guardai il surrogato di Mari ed era identico a lei, bella come sempre. Lei manovrò la navetta e si diresse verso la ruota panoramica. Attraccammo in una pedana per navette che ruotava assieme a tutta la ruota. Più che una ruota sembrava un'enorme città rotonda che si muoveva lentamente ancorata a dei piloni magnetici che scomparivano sotto le nubi del pianeta.
“Vieni Golan, qui è tutto gratuito, possiamo prendere una stanza per riposare e poi domani sera quando mi ricollego potremmo andare a cena fuori, ci sono ottimi ristoranti di ogni tipo sulla ruota.”
“Vuoi dire che ti scollegherai tra poco? Mi lasci qui da solo?”
“Non fare il bambino, puoi girare liberamente, io lascio il surrogato nella stanza con te, domani lavoro lo sai ed è ora di andare a nanna”
“Ma io voglio fare l'amore con te Mari, lo sai poi, anche sulla Terra te l'ho chiesto ma poi...”
“Anche io voglio farlo, ma domani, te lo prometto.”
Ci recammo in un hotel chiedendo una stanza, non ci fecero domande ma ci diedero la chiave della camera, numero 10230. Un turbo ascensore ci portò a destinazione in pochi minuti. La stanza era bellissima, una suite per gli standard terrestri, ma normale per quelli di Canta Canta.
Mari si sedette sul letto, mi abbracciò e mi baciò.
“A domani mio amico delle stelle, ora mi disconnetto, non approfittare del mio surrogato in mia assenza eh” E ridacchiando emise un piccolo sibilo e poi restò immobile li sul letto, accanto a me.”
Per qualche minuto non seppi cosa fare, poi mi infilai sotto le coperte deciso a dormire ma un messaggio arrivò sul mio cellulare che avevo nello zainetto. Non potevo immaginare che li ci fossero reti cellulari, ma ormai nulla poteva stupirmi. Aprii la chat e vidi un messaggio di Soraia.
“Ciao Golan, come stai? Ormai sarai tornato sulla Terrà. Un caro saluto da me e Nirvam”
Ero incredulo... un caro saluto da me e Nirvam!! Che avrei dovuto rispondere a lei e Nirvam... ero incazzato e quella firma suonava come una presa per il culo. Avrei voluto dirle tante cose ma mi limitai a rispondere “Bene grazie”.
Buttai il cellulare per terra e mi coricai sotto le morbide coperte con il surrogato di  Mari in fondo al letto che guardava il vuoto.
Ero così triste, solo in quel momento mi resi conto di quanto fossi innamorato di Soraia che non era più la rettiliana che conobbi, ma nella mia mante era diventata una specie di simbionte con due facce, una la sua, dolce, sensibile e stupenda e l'altra di Nirvam col viso da guerriero samurai.
Mi addormentai sfinito e dormii per tantissime ore. Mi svegliai tra le coccole dolci di Mari, avevo dormito un giorno intero e lei si era ricollegata.
“Sveglia dormiglione stellare, mi devi portare a cena fuori.”
“Si, facciamoci una doccia assieme e poi andiamo”
“Ok”
Lei prima spogliò me ed io lei, poi andammo nella stanza da bagno che era enorme e ci amammo nella vasca jacuzzi.
Vestiti a festa uscimmo dall'hotel, Canta Canta ci stava aspettando.


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